“Io sono la mia memoria”: uno scienziato
ripercorre
e analizza processi biologici e vissuti
personali
di Ernesto
Bodini
Che cos’è la memoria? E un fenomeno biologico?
O non è piuttosto un insieme inscindibile di biologia, esperienze esistenziali,
percettive, affettive, irriducibile a qualsiasi tipo di misurazione? Il
professor Davide Schiffer (classe 1928), uno dei più importanti
neurologi e neurofisiologi italiani, ci induce alla scoperta della memoria. Un
viaggio da Eric R. Kandel (1929, psichiatra e neuroscienziato statunitense) a
Marcel Proust (1871-1922, scrittore e saggista francese), dall’Olocausto alla
biologia molecolare. Con un punto d’arrivo: la memoria altro non è che un
continuo fluttuare dell’identità personale. Come dire: “Io sono la
memoria”, che è proprio il titolo del suo libro (edito dal Centro
Scientifico nel 2008, pagg. 208, 16 euro) e che ho “riscoperto” nella ormai
…stracolma libreria. Oggi sui media più accreditati (e non) di tutto il mondo
la memoria è diventata un argomento di dominio pubblico, e grandi scienziati la
studiano e divulgano le loro scoperte, e questa pubblicazione descrive
anzitutto al lettore non specialistico, con valenza scientifica e narrativa, lo
stato dell’arte della ricerca.
Seguono il racconto e l’analisi di una
serie di episodi autobiografici (ma radicati nella esperienza comune:
dall’Olocausto alla scomparsa del Grande Torino Calcio e alla Resistenza…),
scelti per illustrare le modalità con cui la memoria si manifesta e agisce,
nelle sue infinite correlazioni, associazioni e interpretazioni. Molti di
questi “accadimenti” con il tempo diventano “fatti storici”, di cui si occupa
la storiografia, mentre il “passato” è visto in una perenne fluttuazione che
finisce per coinvolgere e assorbire l’identità personale. La conclusione è che
quando si dice: «Mi ricordo…» non ci si riferisce solo a un fatto
passato, ma al proprio Io (in senso Ego) che l’ha vissuto e ora lo
ricorda. La memoria, cioè, è il risultato di una fluttuazione continua, letta
in chiave neoevoluzionistica, della propria identità.
Con questo libro lo scienziato cuneese di
nascita (torinese di adozione) ha proposto i più “inquietanti” quesiti sulla
memoria e quanto finora la scienza ha potuto … spiegare, lasciando al lettore
ogni possibile commento magari seguito da ulteriori quesiti con desiderio di un
sia pur minimo cenno di risposta, se non scientifica quanto meno ideale. Questa
pubblicazione è probabilmente l’ultima “fatica” letteraria dell’illustre
cattedratico dopo aver dato alle stampe “Non c’è ritorno a casa. Memorie
di vite stravolte dalle leggi razziali”, cui ha fatto seguito “Diario
di uno scienziato” (Ed. del Capricorno), una narrazione in cui è
protagonista il mondo della ricerca scientifica universitaria, soprattutto nel
periodo del dopoguerra italiano ed europeo.
Commenti
Posta un commento