LA “RETROCESSIONE” DEGLI
STUDENTI UNIVERSITARI
“Leggere o non leggere? Questo è il dilemma”. Così si potrebbe
parafrasare l’Amleto di Sakespeare in versione letteraria. L’analfabetismo di
ritorno colpisce ancora...
di Ernesto Bodini
C’é da stupirsi se parte di studenti
universitari non sanno scrivere in corretto italiano? Eppure hanno frequentato
l’intero ciclo scolastico della scuola primaria e secondaria, e quindi la
scuola superiore che, generalmente, è il Liceo qualunque ne sia l’indirizzo:
classico, scientifico od artistico. L’allarme è di questi giorni e riportato
dai vari quotidiani, perché di tale si tratta considerando (più estensivamente)
che il 60% degli italiani non legge un libro all’anno: secondo l’Istat negli
ultimi sei anni si sono persi 3 milioni e 300 mila lettori nel Paese, e
riguardano soprattutto i giovanissimi dagli 11 ai 14 anni. Le statistiche sono
ancora più precise e complete: solo il 33,5% dei maschi ha letto almeno un
libro nel 2016, nelle femmine questo dato sale al 47,1%, e solo 4 milioni (7%)
sono gli italiani che hanno letto almeno un ebook nell’ultimo anno, evidentemente
la crescita digitale non sembra bastare per fermare la crisi dei lettori. Dati
che hanno “indotto” seicento professori universitari a sottoscrivere in pochi
giorni un appello a Governo e Parlamento per promuovere un piano che rilanci lo
studio dell’italiano nelle scuole elementari e medie. Promotori di questa sorta
di petizione quattro docenti di scuola media e superiore del Gruppo di Firenze:
tra i firmatari 8 accademici della Crusca e 4 Rettori oltre a pedagogisti,
storici e filosofi. Il quadro è davvero desolante se si pensa che i mezzi e le
fonti per erudirsi sono infinite, come infinite sono le proposte editoriali con
titoli che possono soddisfare qualunque stimolo e curiosità. Stimoli e
curiosità che, a mio avviso, sono per così dire osteggiati dalle proposte
televisive e cinematografiche, oltre che da eccessive “distrazioni” di
carattere ludico che non certo avvicinano alla lettura... nemmeno quella più
amena. Nel dopoguerra il 29% della popolazione era analfabeta, e questo lo si
poteva concepire per ovvie deduzioni...; ma che oggi, a distanza di lunghi
decenni la popolazione italiana abbia fatto un salto all’indietro se si
considera, tra l’altro, che sono oltre 4 milioni gli analfabeti di ritorno, c’è davvero preoccuparsi... Ma quali le cause? Queste sembrano essere di varia
natura e, assolvendo preventivamente i mezzi visivi di comunicazione, va detto
che secondo gli esperti la lettura è condizionata dalla capacità di comprendere
ed interpretare in modo adeguato il
significato di testi scritti. A riguardo c’è bisogno di una competenza di base
più incisiva per garantire una reale capacità di utilizzo e valutazione delle
informazioni; inoltre, va da sé che chi scrive e insegna deve farlo in modo
comprensibile a tutti, ricordando quanto sosteneva G. Galilei (1564-1642): «Parlare oscuro lo san far tutti, ma chiaro
pochissimi».
Una affermazione lapidaria che rispecchia
anche la realtà d’oggi, ovvero quando ci si imbatte in comunicatori di massa
(politici, propagandisti, giornalisti, scrittori, critici letterari, critici
d’arte, etc.) che a causa della loro saccenza non si fanno comprendere o, ancor
peggio, non vogliono essere compresi... Ed è così che la capacità di
comprendere e interpretare il significato di uno scritto, sia pur non
strettanente tecnico o scientifico, è ancora molto modesta nel nostro Paese;
constatazione che ci viene dal noto linguista accademico ed ex ministro dell’Istruzione
Tullio De Mauro (nella foto -
1932-2017), rincarando la dose nell’affermare che bisogna sconfiggere
l’analfabetismo di ritorno; insistere sulla formazione degli adulti, ridurre le
disuguaglianze affinché la lettura possa risalire la china. Leggere libri con
il vantaggio di orientarsi verso un argomento piuttosto che un altro (la scelta
è infinita e si perde a vista d’occhio) è tanto importante quanto responsabile
per la crescita culturale, che non solo è acquisizioine di nozioni tout court
ma è anche senso civico per meglio porsi nella società, e far quindi fronte a
precisi doveri... a vantaggio proprio e altrui. Un saggio
aforisma recita: «Leggere e scrivere è
viaggiare senza la seccatura dei bagagli»; ma molto più incisivo è quanto
sosteneva Socrate: «Esiste un problema:
la conoscenza; un solo male: l’ignoranza».
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