LA MONTAGNA COINVOLGENTE ATTRAZIONE
PER ESPERTI E SEMPLICI APPASSIONATI
Importante ed utile la conoscenza anche dei rischi
soprattutto per i soggetti
maggiormente a rischio, avvalendosi dei consigli
del proprio medico di famiglia
di Ernesto Bodini
La montagna può voler dire molte cose: un rilievo di 1.500 metri come una
imponente vetta di 8.000 metri. In montagna può andare chiunque: l’alpinista,
il provetto arrampicatore, lo scalatore di professione, la persona anziana, il
bambino, e anche chi è affetto da patologie croniche. Ma proprio tutti possono
andare in montagna, ed eventualmente con quali limiti? Da sempre, si sa, che
respirare aria di montagna (lontani dallo smog delle città e da ogni altra
fonte analoga e lesiva al nostro organismo) è salutare, ma per rispondere al meglio
a queste domande la competenza è della “Medicina della Montagna”, una
disciplina (iperspecialistica) in grado di intervenire anche nei riguardi di
chi si avventura per scalate più o meno impegnative. E però evidente che anche
in questo specifico settore sono necessarie competenze ed esperienza tali da
garantire cure ed assistenza adeguate. Infatti, sono sempre più numerosi gli
appassionati della montagna che per vacanza o lavoro si recano a media e alte
quote. Solitamente prima di inerpicarsi o di scalare quelle che possiamo
definire “i tetti del mondo”, molti si rivolgono (o dovrebbero) al medico di
medicina generale (MMG) per avere consigli su igiene, prevenzione e cura delle
principali patologie legate, ad esempio, all’ipossia (carenza di ossigeno nell’organismo)
e ad altri fattori climatici della montagna (freddo, irradiazione solare,
etc.).

La trama del film, interpretato da Spencer Tracy (Zaccaria Teller) e da
Robert Wagner (Cristoforo Teller) narra la drammaticità nel corso di una sorta
di escursione in cui Zaccaria, ex guida alpina, che ha smesso il mestiere anni
prima, da quando un turista è morto durante un’ascensione insieme a lui, vive
con il giovane fratello (“Cris”), che non sa rassegnarsi alla loro povera esistenza.
Cade un aereo sulle montagne, e la spedizione di soccorso rientra dopo aver
perduto il capo cordata. Cris ha l’idea di tentare l’ascesa dal lato sud per
raggiungere il relitto e saccheggiare oro, denaro e gioielli; Zaccaria rifiuta
di accompagnarlo, poi, preoccupato dell’incolumità del fratello deciso a
partire comunque, si lascia convincere. Il giorno dopo i due iniziano la
salita, con Zaccaria come primo di cordata; la salita si rivela difficile, vi
sono alcuni incidenti, ma alla fine i due fratelli raggiungono la cresta della
sommità, ed infine il relitto. Mentre fruga alla ricerca di valori Cris trova
una ragazza indiana che è sopravvissuta all’impatto; Zaccaria decide di tentare
di portarla a valle, contro il parere di Cris, che teme che la loro spedizione
di saccheggio venga scoperta. I fratelli bivaccano nel relitto dell’aereo,
mentre infuria la tormenta; il giorno dopo Zaccaria prepara una slitta
improvvisata per la ragazza, ma Cris lo allontana e tenta di strangolare la
sopravvissuta: ne segue una lotta tra i due fratelli, in cui il più anziano ha
la meglio. Sfruttando il fatto che la tormenta ha migliorato la tenuta della
neve, Zaccaria inizia la discesa lungo il ghiacciaio del versante nord,
con la ragazza sulla slitta; Cris, recuperate borse di valori e macchine
fotografiche, lo segue, senza però riuscire a raggiungerlo. Giunti alla
crepaccia terminale del ghiacciaio, Zaccaria e la ragazza riescono a passare su
un ponte di neve instabile, che crolla subito dopo il loro passaggio; Cris, giunto
poco dopo, tenta di passare su un altro ponte di neve, che però non ne regge il
peso, facendolo cadere nel fondo del crepaccio. Zaccaria riesce ad arrivare al
villaggio con la ragazza in braccio. Viene interrogato sull’accaduto dai
compaesani e dai rappresentanti delle forze dell’ordine, a cui dà una versione
esattamente opposta a quello che è realmente successo: ovvero, che l’idea di
salire al saccheggio era stata sua, mentre Cris aveva cercato di dissuaderlo;
che Cris aveva voluto salvare la ragazza, mentre lui si opponeva; e che Cris,
soprattutto, era “un galantuomo”. Nessuno però sembra credergli.
Il dramma di questo racconto, peraltro contornato da una splendida
scenografia, induce a considerare che l’approccio alla montagna è talvolta
inevitabile tanto da essere fuori del tempo: il tempo della montagna non ha
lancette che scorrono perché essa è sempre lì che aspetta, immobile e
dominante, pronta ad accogliere l’appassionato, lo sportivo, il vacanziero e…
l’inesperto per essere ammirata, e soprattutto rispettata per cogliere l’eco
delle voci di chi la vuole conquistare nel rigoroso rispetto della prudenza e
del buon senso. La Medicina farà il resto.
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