L’ETICA
E I SUOI CONTESTI NEL POST REFERENDUM COSTITUZIONALE
Indipendentemente
dai pareri sul recente esito, bene sarebbe che ciascuno
riveda
le proprie posizioni dal punto di vista etico nel suo vivere quotidiano.
E
per molti parlamentari sarebbe utile rileggere il capolavoro del Manzoni
di
Ernesto Bodini
Oggi, a riprova della messa in
discussione sulla riforma (in parte) della Costituzione che “sfido” chiunque
ricordarne a memoria i 139 articoli, ed anche la completa e corretta
interpretazione degli stessi (da qui la... difficoltà di applicazione
sull’intero territorio), va sempre più peggiorando il concetto etico tanto da
stravolgere e non corrispondere al
fisiologico evolvere dei comportamenti generazionali. A questo hanno
contribuito in maniera preponderante la globalizzazione e la digitalizzazione,
e non solo. L’anonimato della rete, ad esempio, porta a manifestare
atteggiamenti che pubblicamente verrebbero condannati ma che la massa degli
internauti, istintivamente, sente propri. Ne derivano facili protagonismi,
proselitismi discutibili ed atteggiamenti che, nel segreto dell’anonimato,
vengono approvati e, dai più psicologicamente fragili e/o violenti, attuati. Ci
si scandalizza del mobbing su facebook, nella scuola e negli ambienti di lavoro,
si piange sui suicidi che a volte tragicamente chiudono il cerchio della gogna
mediatica; per non parlare poi della privacy, la cui applicazione in ogni
ambito è sempre meno rigorosa. Insomma, un mix di comportamenti e circostanze
che la società non si trova pronta e non
si dimostra vaccinata contro tale infezione culturale. Ma quali possono essere
allora gli antidoti a questa deriva? Innanzitutto le famiglie devono riscoprire
il ruolo fondamentale dell’educazione dei figli: non si può accettare che dei
padri e delle madri giustifichino i propri figli per le loro malefatte
minimizzandole o addirittura supportandole. La scuola (una “sorta” di famiglia
più estesa) deve riprendere la sua funzione educatrice e ripristinare con
severità, se necessario, le regole del gioco e della sana convivenza senza
falsi pietismi poiché questi ultimi portano prima o poi alla deriva comportamentale.
E anche i mass media devono fare la loro parte, evitando di enfatizzare fatti
di cronaca, creando falsi miti (i cosiddetti simboli della condizione sociale sono
medaglie che ci compriamo) o informando in modo
non sempre appropriato... e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Ma in primis è lo Stato (intendendo per
tale i nostri rappresentanti) che, dando prima il buon esempio, deve porre dei
paletti legislativi entro i quali tutti devono vivere; invece continua a
sfornare leggi o decreti degni delle “grida manzoniane”, e questo perché se
l’ex premier (ora figura “secondaria” e meno propensa alla saga dei selfie) avesse letto attentamente o
ricordasse alcuni passi de’ “I Promessi
Sposi”, avrebbe imparato dal Manzoni che leggi ed emendamenti servono a ben
poco quando il tessuto sociale tende a sfaldarsi rasentando il declino. Del
resto 945 Parlamentari, come sostengo da sempre, non sono certo una garanzia
per decretare con competenza ed obiettività dovendo leggere (e studiare) una
miriade di carta scritta svariatissimi argomenti (nessuno è tuttologo), tant'è che gli italiani hanno sempre più difficoltà ad avere un maggior senso di
comunità e di Stato, il quale invece di eludere le leggi e i regolamenti, (anomia:
quando le regole procedurali
generali si svuotano di efficacia e significato le persone non sanno più cosa
aspettarsi, n.d.a.) dovrebbe applicare e far applicare. Solo così i
comportamenti potranno beneficiare del fisiologico adattamento generazionale e
si potrà dire di vivere in una società dove l’Etica è il cardine delle leggi e
della civiltà. Anche se viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma non tutti
abbiamo lo stesso orizzonte!
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