Un convegno e una mostra all’interno di
un ricco progetto artistico-culturale
IL VOLONTARIATO AL SERVIZIO DELL’ALTRO SAPENDO
ASCOLTARE PER POTER ESSERCI E POTER FARE
di Ernesto Bodini
Capire l’arte, comunque e ovunque sia
espressa, è sempre segno di impegno sia per il critico che per l’osservatore
comune. Ma quando gli elaborati provengono dai laboratori di una Casa
Circondariale come quella di Lorusso e Cutugno di Torino, la mia attenzione va
alla “regia” della associazione di ascolto La Brezza (onlus) che, dal 2001, si
prodiga per ascoltare e far parlare (con l’Arte) chi voce non ha. Con il
convegno sul tema “Arte espressione del
Sè in carcere”, che si è tenuto nei giorni scorsi al Campus Universitario
Luigi Einaudi, più voci (fuori campo) sono state ascoltate e recepite con la
sensibilità di chi sa immedesimarsi e comprendere, poiché l’ideale che unisce i
volontari sta nella convinzione che in ogni “artista” ci sia una luce positiva
da far emergere. Una luce che si tramuta in arte in qualsiasi forma come
espressione del Sè, non nel senso dell’Ego ma nel desiderio-bisogno di esserci
e soprattutto di poter essere per poter dare il meglio di sè... dentro e fuori.
«La presenza oggi di tutti coloro che da
tempo operano in carcere – ha sottolineato Lucia Sartoris Ferrero,
presidente dell’associazione –, vuole
essere per noi un ulteriore arricchimento, occasione di confronto per
migliorare ciò che proponiamo all’interno della Casa Circondariale, rapportando
la collaborazione già consolidata con le Istituzioni con le quali da tempo
collaboriamo, che ci permettono di far conoscere i pensieri di chi è dentro
arrivando così al di là del muro per un incontro costruttivo con la società in
un’ottica di cambiamento». Diversi gli interventi: dalle autorità
istituzionali del Comune di Torino e di Collegno a quelle dei penitenziari di
Torino (compreso quello per Minori “F. Aporti” - IPM) e di Vercelli, ma anche
quelli delle dirigenti scolastiche dell’Istituto Bodoni Paravia e del Liceo
Artistico Primo. Nel corso del convegno
è rimasta esposta la mostra “Scambi in luce” rappresentata da lampade dalla
ricca e variegata scenografia compositiva realizzate dai detenuti dei
padiglioni del carcere, e da fotografie e fotomontaggi realizzate dagli allievi
dell’Istituto Statale Bodoni Paravia in collaborazione con i ragazzi dell’IPM,
portando virtualmente gli stessi in giro per la città.
Ma particolarmente innovativa è stata
l’esposizione della scultura “L’albero della vita” di Francesco G., un’opera in
argilla con anima in ferro alta oltre due metri, precedentemente esposta in
modo itinerante lungo il percorso della Santa Sindone nel periodo di Ostensione
(dal 29 aprile al 24 giugno 2015). La scultura di questo autore (foto a fianco), orientato alla
metafisica (parte della filosofia che si occupa degli aspetti ritenuti più
autentici e fondamentali della realtà, secondo la prospettiva più ampia e universale
possibile, n.d.a.), pone in essere la sua dedizione artistica che lo induce a
rappresentare e approfondire quanto va oltre le apparenze: non sensazioni ma
interpretazioni di una interiorità ben espressa dal tratto della cromia e della
materia argillosa. Da questo tronco imponente si elevano verso l’alto
ramificazioni alla ricerca dell’Io, dell’Ignoto o più estensivamente
dell’Universo, e le radici alla base si estendono tanto da ricercare una
maggiore solidità alla vita terrena, mentre un bianca colomba bianca in
scagliola posta alla base sembra voler spiccare il volo per inneggiare alla
pace e alla libertà... Da quest’opera, che
l’artista ha voluto donare alla città subalpina all’interno del Campus Universitario
dove insegnamento e apprendimento ne testimoniano la validità compositiva e
messaggiativa, non si può sottacere l’estro creativo anche come libertà di
espressione dei sentimenti e delle emozioni, che l’osservatore può cogliere se
sa intravedere l’intimo delle cose e l’eccezionalità della sintesi, e con esse
la produzione del bello mediante l’opera di un essere cosciente. Tra tutte
queste iniziative sino al 10 dicembre nella Sala delle Arti è esposta la mostra
di progetti ideati nel laboratori di “Arte espressione del Sé”, alla cui
inaugurazione hanno partecipato, oltre ai volontari de’ La Brezza, le pittrici
Line Danielsen e Tamara Cacaca il cui contributo ha completato il programma
progettuale dell’associazione, uniti nel concetto della non perfezione
artistica, ma nel sostegno all’espressione libera di sé stessi, ovvero, un’arte
dove ciò che conta è l’accettazione e la comprensione dell’altro.
Nella foto in alto: l’inaugurazione della mostra.
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