REPERTI STORICI IN MOSTRA

Una mostra storica per ricordare e tramandare

PREZIOSI REPERTI A TESTIMONIANZA DEI I PROGRSSI DELLA
CARDIOLOGIA E DELLA CARDIOCHIRURGIA IN PIEMONTE E IN ITALIA

di Ernesto Bodini



Corsi e ricorsi storici. È proprio il caso di dirlo anche quando si tratta di rievocare con iniziative di carattere divulgativo le tappe più significative che hanno dato impulso allo sviluppo della tecnologia, soprattutto in ambito medico. Tra queste la mostra espositiva “Cuore matto – La cardiologia e la cardiochirurgia in Italia: un’avventura molto torinese”, inaugurata nei giorni scorsi nella sala espositiva del Museo della Città Certosa di Collegno (To), a cura dei dott. Guglielmpo Actis Dato e Paolo Angelino (ambedue medici), e rispettivamente figli dei pionieri prof. Angelo (1923-2012), cardiochirurgo, e prof. Pier Federico (1923-1985) cardiologo. Il titolo della mostra, che ricorda una vecchia canzone di Little Tony, è un vero e proprio inno alla Cardiologia e alla Cardiochirurgia, la cui documentazione e allestimento sono stati realizzati con il prezioso contributo dell’ASTUT (Arichivio Scientifico e Tecnolgico Università di Torino), diretto dal prof. Marco Galloni. Si tratta di una ventata di apporto culturale con l’intento di “rinverdire” quegli anni che hanno dato inizio ad un’era tecnologica innovativa sia in Piemonte che in Italia, ma anche all’estero. Infatti, oltre ai pannelli alle pareti che descrivono passaggi ed evoluzioni, personaggi ed eventi, molti gli strumenti chirurgici in parte realizzati (e brevettati) dal prof. Angelo Actis Dato come una serie di ferri per gli interventi di cardiochirurgia, per non parlare poi della prima macchina per la circolazione extracorporea (attivata nel 1959 dal perfusionista Gino La Vista, presente alla inaugurazione), il lettino operatorio, il primo cuore artificiale realizzato nel 1967 in collaborazione con il torinese ingegner Roberto Bosio, i primi pacemaker, i cateteri cardiaci, l’oscilloscopio del 1953 per il monitoraggio continuo dell’attività cardiaca, ed altro ancora. 


Diversi i filmati d’epoca in continua proiezione, a testimonianza di atti chirurgici che, seppur non moderni, hanno rappresentato un’epoca di grande innovazione sia dal punto di vista della tecnica che della risoluzione di alcune patologie dell’apparato cardiocircolatorio. Un viaggio lungo alcuni decenni che hanno fatto da “guida” ai nuovi defibrillatori, moderne apparecchiature per il trattamento delle artimie in grado di salvare vite umane. «Uno strumento – ha spiegato il dottor Paolo Angelino – che potrebbe essere usato da tutti, a cominciare dai giovani che l’Associazione Pier Federico Angelino intende avvicinare, perché estendendo l’insegnamento per l’utilizzo del defibrillatore si possono salvare vite umane». La mostra, che rimarrà esposta sino al 19 marzo 2017, è alla sua ennesima edizione con il fine di valorizzare con orgoglio le radici del Piemonte, culla e patria delle attività non solo in ambito cardiologico e cardiochirurgico, ma anche medico più in generale. È di Almese (To), ad esempio, il dottor Scipione Riva Rocci (1863-1967) che oltre ad essere stato il pioniere nella lotta alla tubercolosi, fu l’inventore  dello sfigmomanometro, strumento per la misurazione facile e sicura della pressione arteriosa, effettuata fuori dal laboratorio e direttamente al letto del malato; ma anche il torinese dottor Angelo Mosso (1846-1910), fisiologo di fama per aver approfondito le conoscenze sulla respirazione e l’attività muscolare. 


Alla mostra era presente anche l’ingegner Salvatore Custodero (oggi 92enne), che in quegli anni si prodigò per la “conversione” della Sorin Biomedica (oggi ex), potente industria nell’ambito delle Biotecnologie. A coronamento di questa esposzione, le sculture in legno di Luca Germena, dai soggetti “inanimati” volti a riprodurre alcuni aspetti della cardiologia; un contributo a recuperare radici che, prendendo forma, mettono a nudo non solo l’anima del legno ma ne ravviva le ancestrali origini per tramandarle ai posteri. Così come i reperti dei due clinici dal glorioso passato da tramandare alle future generazioni di medici e chirurghi, quale patrimonio del sapere per la loro crescita professionale ed umana. Per informazioni sulla mostra: ufficio.cultura@comune.collegno.to.it – Tel. 011/40.15.222/223/224.

Nella foto in centro: il  prof. Angelo Actis Dato, in basso il prof. Pier Federico Angelino

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