Volano i pensieri di
Pietro Pesare con le rondini d’ogni stagione
Un amico di animo nobile e di
ampie vedute, che
pur senza rime, sa infondere i valori dell’altruismo
di Ernesto Bodini
Solitamente quando un amico
per anni e all’insaputa di tutti, ha dedicato parte del suo tempo a comporre
poesie, viene da pensare che tale dedizione sia stata il frutto della
“rivisitazione” dei propri sentimenti e della propria esistenza. E questo,
implica un valore aggiunto al suo credo esistenziale. È il caso di Pietro
Pesare (nella foto),
classe 1945, pugliese di nascita ma novarese di adozione, un uomo che ha
dedicato oltre sei lustri al volontariato in cui ha creduto (e crede), ponendo
in primo piano il valore della vita umana, in particolare di coloro che sono in
attesa di un trapianto d’organo a scopo terapeutico. È stato promotore per 25
anni dell’A.I.D.O. novarese, rivestendo vari incarichi: segretario provinciale,
presidente regionale, presidente provinciale e consigliere nazionale; ha
inoltre fondato il periodico “La Voce dell’Aido Piemontese” (del quale gli
ultimi anni chi scrive ne è stato il direttore responsabile). In seguito ha
fondato con altri amici l’associazione artistica-culturale “Compagnia
dell’Olmo”, con lo scopo di tenere vicino i giovani di Grignasco (No) e della
Bassa Valsesia, contribuendo con gli introiti delle manifestazioni ad alleviare
tante sofferenze umane. Infine si è prodigato in prima persona per far erigere
una “tecno struttura” per manifestazioni artistiche all’interno della Casa
Circondariale di Novara.Ma tornando sui passi delle
sue “liriche”, raccolte dal 1978 al 1998 nel volume “Come le rondini i pensieri…
volano” (Grafiche Julini – Grignasco), dove la rima sembra
perdersi nel nulla, ogni componimento abbraccia tutto lo scibile umano:
dall’amore puro del donare al dialogo delle stagioni, dai desideri alle attese,
senza tralasciare emozioni, angosce, esperienze, ricordi, fantasie, desideri…
Tra le molteplici composizioni mi piace citare Dona
l’amore. «Tu che puoi/nella tua immensa umanità/dona la
tua felicità, dona il sudore che sprizzala fronte/dona il sangue che pulsa
nelle vene/dona l’amore che gioisce nel cuore. Fa che il tuo sacrificio/il tuo
dolore/ possa portare la gioia e l’amore. E non ti preoccupare se un passante
distratto/non capirà/egli non sa quanto bene ti fa. Affratellati al mondo, alla
società/fa che il tuo dono/sia simbolo di civiltà». Versi non solo
di un animo sensibile ma che vanno oltre la pura ispirazione, poiché alla base
del suo proporsi emerge il bisogno e il dovere di dialogare con sé stesso e con
chi si appella alla sua esperienza. Un dialogo che sa trasmettere e far
giungere in ogni dove, avvalendosi di quelle rondini e di quei pensieri che non
hanno stagione, per imprimersi nel cuore di tutti noi.
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