Incontro
con Angela Laserra, titolare della Bottega di Antiquariato
“Antiquité
e Bon Ton” nel Centro storico di Torino
ANTICHITÁ NON SOLO UN “VALORE
AGGIUNTO”, MA
ANCHE PATRIMOMIO CULTURALE DA
TRAMANDARE
di Ernesto Bodini
Forse perché troppo comune e consolidato dell’Antiquariato
oggi se ne parla meno, se non tra
addetti ai lavori e tra i collezionisti d’arte. Ma perché non entrare nel
merito di tanto in tanto su questa non meno importante disciplina culturale dai
molteplici aspetti di espressività storico-artistica? Una curiosità, oltre che per
passione, che mi ha spinto a visitare la bottega Antiquité e Bon Ton di Angela Laserra, una giovane signora
dall’animo nobile e solare, non privo di quella ambizione e propositi
realizzativi che forse molti di noi vorrebbero avere. Elegante e al tempo
stesso composto e accogliente, questo grazioso spazio espositivo sito in via
Della Rocca, nel centro storico di Torino, a due passi dal fiume Po, propone
quanto di meglio rappresenti l’800 e il ‘900 italiano: dai mobili, ai quadri e
all’oggettistica più varia tanto da “solleticare” reminiscenze storiche e
culturali degli appassionati e dei collezionisti d’arte. Un invito a
riprendere l’interesse per la storia dell’antiquariato le cui origini risalgono
al ‘500, che hanno la massima espressione negli oggetti d’arte e d’antiquariato
i cui termini spesso vengono usati come sinonimi, forse perché ogni momento
artistico ha il suo periodo più o meno lungo e intenso di significati. Varco
quindi la soglia di questo spazio artistico, che personalmente definirei “la
rievocazione dell’Ottocento”, accolto dalla signora Laserra alla quale rivolgo alcune
domande.
Signora
Laserra, cosa significa per lei Antiquariato, oggi?
“Per me significa bellezza, maestosità; una
bellezza che si può trasmettere attraverso anche le “semplici” cose e
tutto ciò che riguarda il fascino dell’antico, sia a livello artistico che
messaggiativo… Ma anche tutto ciò che riguarda il modernariato, perché in
verità va detto, l’antiquariato e quindi l’antichità, non in tutti può
suscitare fascino e interesse. In ogni caso, tutto ciò che è storia, in me
suscita sensazioni e non poche emozioni…”.
Ma
quando è nato in lei l’interesse, e quindi la passione per l’Antiquariato?
“Alcuni anni fa, quando mi sono ritrovata, in
più occasioni, a girare tra i mercatini di antiquariato e oggettistica d’epoca;
una curiosità che mi ha portata soprattutto in Francia dove ho potuto
osservare (e quasi “rapire”) molti oggetti preziosi, restando colpita da
alcuni per le caratteristiche rappresentanti l’epoca di riferimento e per la
manifattura degli stessi, immaginando la loro appartenenza ai personaggi storici
magari di elevato valore sociale e culturale. Ed è forse anche per tutte queste
ragioni che la mia bottega porta l’intestazione francese”
E
perché, dunque, l’idea di aprire un bottega di Antiquariato?
“É stata una decisione che ho maturato
mettendo insieme tante cose, tante idee e il desiderio di realizzare, e di
realizzare me stessa, ma soprattutto di avere attorno a me testimonianze colme
di fascino, rappresentate da più epoche che in qualche modo mi ricordassero (e
mi ricordano) sempre qualcosa, oltre a trasmettermi sensazioni che solitamente
solo un animo sensibile può… percepire”
Nella
sua Bottega, seppur dal non eccessivo spazio, c’è un po’ di tutto magari con
l’ambizione di riempire il più possibile per offrire più varietà?
“Ogni angolo per me è prezioso, dove poter
esporre alcuni mobili, soprammobili e oggettistica varia, e alle pareti quadri
di autori che ricordino questo o quel periodo, in particolare opere d’arte
dell’800 e del ‘900, ma anche opere più contemporanee come quelle del pittore
casalese Paolo Novelli, un affermato artista narrativo “stile naif”, i cui
racconti ipercromatici su tela simboleggiano la totalità e l’eclettismo più
espressivo. Una “novità” propositiva per il settore dell’antiquariato, ma che
sicuramente può costituire un valore aggiunto…”
Ma
quali sono le sue riflessioni in merito al pubblico (a parte i cultori e i
collezionisti) che oggi sembra essere un po’ “distante” dalla passione o
dall’interesse per l’antiquariato?
“A mio avviso, oggi il fruitore sembra essere
più distante (per usare la sua espressione) da questa realtà antiquariale,
forse perché attratto da altri interessi senza rendersi conto che tutto ciò che
è antico, storico e quindi rievocativo, merita essere recuperato e riportato
alla luce facendo conoscere pregi e valori delle opere, con il proposito della
continuità culturale e quindi da tramandare come patrimonio di cui tutti
possano esserne eredi”
Fascino e saggezza fanno di questo “spazio
espositivo” una sorta di rinnovata capacità imprenditoriale, il cui
investimento non è solo di carattere commerciale ma anche, se non soprattutto,
culturale dal quale non si può prescindere. Ciò suona come sinonimo di civiltà
e progresso che, a mio modesto avviso, la signora Angela Laserra, ne è parte
attiva e per questo imitabile… nel tempo.
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