Lodevoli inziative sulla
cultura delle vaccinazioni a cura dei Lions Clubs torinesi
e dell’Istituto
Professionale per la Cinematografia “Federico Fellini”
UNO SPOT E INTERVENTI DI
SPECIALISTI PER LA PRESENTAZIONE
DEL NUOVO PIANO PER LA PREVENZIONE VACCINALE 2016-2018
di Ernesto Bodini
C’é ancora poca attenzione per le vaccinazioni
in gran parte previste per l’infanzia e l’adolescenza, nonostante la
poliomielite e l’epatite virale B, ad esempio, stiano scomparendo ed altre sono
state debellate ormai da tempo. Per questa ragione ben vengano iniziative
“promozionali” per incentivare la cultura della vaccinazione, come lo spot
promozionale vaccinazioni “VACCI-SI” promosso dagli studenti della classe IV
dell’Istituto Professionale per la Cinematografia e la Comunicazione
audiovisiva “Federico Fellini” di Torino. Lo spot, sostenuto con il generoso
contributo del Distretto Lions 108 Ia1 (Piemonte orientale e Valle d’Aosta) e
il patrocinio di vari Enti istituzionali, è stato presentato e proiettato nei
giorni scorsi nell’aula magna dell’ospedale C.T.O. - AOU Città della Salute e
della Scienza di Torino. A corredo di tale iniziativa sono intervenuti alcuni
relatori (moderati dal dott. Libero Zannino, primario emerito di pediatria e
lion torinese) per fare il punto sull’importanza di rispettare i programmi
vaccinali previsti dal SSN. Sicurezza, efficacia, efficienza ed etica sono le
parole chiave con le quali la prof.ssa Roberta Siliquini, presidente del Consiglio
Superiore di Sanità, ha introdotto la sua relazione con riferimento ai punti
essenziali per il futuro delle vaccinazioni in Italia, una delle tecnologie
mediche più sicure che hanno salvato più vite al mondo. Oltre ad essere
efficaci questi vaccini hanno costi contenuti le cui programmazione,
organizzazione e gestione sono standardizzate su tutto il territorio nazionale,
e le relative modalità di esecuzione costantemente monitorate. «Dal punto di vista etico – ha precisato
la cattedratica – ogni operatore
sanitario è obbligato ad informare, consigliare e promuovere le vaccinazioni e,
i medici in particolare, devono operare in tal senso sulle evidenze
scientifiche… Va da sé che il personale sanitario debba essere fornito degli
opportuni strumenti, anche attraverso percorsi formativi sia durante il Corso
di laurea in Medicina che durante l’esercizio della professione; come pure i
Servizi sanitari devono informare i cittadini sulle strategie vaccinali, in
modo comprensibile ed accessibile a tutti». Sui vaccini è quindi necessario
investire a livello di spesa del SSN, e non a caso il Nuovo Piano per la Prevenzione
Vaccinale 2016-2018 è inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). «Abbiamo il dovere – ha concluso
Siliquini – di continuare a valutare gli
interventi vaccinali in termini di salute per la popolazione, e ciò è possibile
anche attraverso studi indipendenti, focalizzandoci sui risultati e
collaborando con le Case farmaceutiche. Ma anche incrementando le nostre
conoscenze e favorire nel contempo la collaborazione continua con le
Istituzioni nazionali, le Società scientifiche, gli Enti di ricerca e la
società nel suo insieme in quanto veicolo importante di diffusione».
Le Società scientifiche nell’ambito della
Medicina Generale, quali la Società Italiana di Igiene e la Società di
Pediatria, nel 2012 hanno elaborato il primo documento che reca l’offerta
vaccinale pediatrica, estendendosi ai cittadini ultra 64enni cui è seguita una
serie di interventi mirati, tant’é che il Calendario Vaccinale è entrato nel
Piano Nazionale 2016-2018 che prevede, appunto, la possibilità di vaccinare
oltre l’età pediatrica. «Tra gli
obiettivi di questo Piano – ha spiegato la prof.ssa Carla Zotti, direttore
del Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche dell’università
di Torino – un punto importante riguarda
il contrastare le diseguaglianze
promuovendo interventi vaccinali nei gruppi di popolazione
marginalizzati o particolarmente vulnerabili… Un ulteriore richiamo si
riferisce alla vaccinazione contro la difterite, il tetano e la pertosse (DTP)
oltre l’età adolescenziale». Ma perché ri-vaccinare adulti e anziani? «Anzitutto – ha spiegato la relatrice – perché vi è una perdita di anticorpi: il 30%
di soggetti ultra 40enni non ha più
anticorpi per la difterite e il tetano: ogni anno in Italia si verificano 60
casi di infezione tetanica, dei quali il 50% muore, e ciò comporta l’esigenza
del richiamo vaccinico. E di questo aspetto dovrebbe farsi carico la Medicina
di base, ossia il medico di famiglia». Altro elemento in calendario è il
vaccino per prevenire il morbillo, la parotite, la rosolia e la varicella;
malattie prevalentemente infantili, ma si stima che possano interessare il 10%
degli adulti. Per non parlare poi dell’erpes zoster (popolarmente “fuoco di
Sant’Antonio”), patologia molto comune e debilitante causata dalla
“riattivazione” del virus Varicella Zoster (VZV), contratto generalmente nel
corso dell’infanzia, per manifestarsi dopo anni. Contro questo virus è disponibile
un vaccino soprattutto per la popolazione anziana in quanto soggetti a maggior
rischio: ogni 1.000 individui vi sono 6,3 che ne sono affetti, dall’incidenza
sempre più elevata in persone di oltre 60-70 anni con conseguenti complicanze
ed inevitabili ospedalizzazioni. Per questa patologia il vaccino è molto
efficace, anche nel prevenire la nevralgia post-herpetica nelle persone più
anziane in cui la patologia si manifesta più frequentemente. «Per il papilloma virus – ha aggiunto
Zotti – l’indicazione vaccinale riguarda
le 12enni, ma è da estendersi anche in soggetti oltre questa età, sia femmine
che maschi. I casi di cancro, che sino al 2007 non sono stati considerati dal
punto di vista della prevenzione, erano causati da papilloma virus: cancro
dell’ano, della vagina, del pene. In realtà non sono molti i casi a riguardo, ma
tutti prevenibili in quanto causati dagli stessi virus che possono essere “affrontati” con il
vaccino già disponibile per le adolescenti».
Altro intervento è stato quello del prof.
Gianni Bona, direttore della Clinica Pediatrica dell’università Piemonte
Orientale di Novara, e vice presidente della Società di Pediatria Preventiva e
Sociale, che ha sintetizzato alcune novità pediatriche del calendario per la vita, precisando che i
vaccini non solo sono elemento fondamentale per la nostra salute, ma sopratutto
un investimento, e che l’offerta del Calendario per la Vita è un vantaggio per
la salute della popolazione che riguarda tutto il periodo dell’esistenza. «Il problema di fondo – ha precisato – è quello delle coperture vaccinali mirato
all’immunità collettiva. Un fatto inquietante è che la vaccinazione esavalente
media italiana è scesa al di sotto del 95%, che è il livello di sicurezza per
considerare ottimale questo livello di copertura (marzo 2016). In Italia nel
2014 degli oltre 1.000 casi di morbillo segnalati l’87% non era vaccinato».
Tra le novità del Piano Vaccinale vi è la possibilità di vaccinare contro il
virus HPV nei maschi, soggetti ulteriormente a rischio di infezione per
l’attività sessuale precoce, come nelle femmine, con inizio intorno ai 15 anni
di età. Per l’infezione di meningococco-B la vaccinazione è indicata in tre
dosi entro il primo anno di vita e una dose nel secondo anno. Altra possibilità
vaccinica riguarda la prevenzione contro la meningite tetravalente, attuabile
dal 2010 in tutti i bambini al 12° anno d età. Tutti elementi, questi, che
indicano il pediatra quale unico professionista della salute costantemente in
contatto con la famiglia e con i bambini che diventano adolescenti; parimenti
il medico di famiglia è la figura che li accompagnerà per tutta la vita. Medici
che, integrati con altri operatori di Sanità pubblica, sono centrali per il
successo delle vaccinazioni. «Ma ciò
richiede tra loro – ha precisato Bona – capacità
di comunicazione e relazione empatica tali da creare una vera e propria
alleanza terapeutica. Il loro impiego deve prevedere un’adesione consapevole e
non coercitiva, e una formazione scientificamente supportata degli operatori sanitari
a tutti i livelli. Contemporaneamente una strategia di comunicazione alla popolazione che sia
oggettiva e intellettualmente onesta, a dispetto dei “detrattori” quali causa
di scenari futuri dai contorni non prevedibili».
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