Nel rispetto della Costituzione
Una forma di “arbitrariato” in difesa e rispetto
dei diritti-doveri del singolo e della collettività
di Ernesto Bodini
Talvolta l’annosa questione del rispetto dei
diritti dei cittadini ripropone il dilemma: in quale misura devono essere
“sacrificati” gli interessi individuali rispetto a quello generale, soprattutto
nei confronti delle persone disabili (circa 3 milioni) e meno abbienti (6-8
milioni). L’istituzione di una forma di “arbitrariato”, oltre al buon senso dei
politici e di chi li rappresenta a vario titolo, può (o potrebbe) favorire una
migliore applicazione dei diritti costituzionali e delle leggi in seguito
emanate che, nonostante il loro “sfoltimento”, rappresentano ancora una giungla
in cui è sempre più arduo avventurarvisi e tanto meno uscirne… La storia della
civiltà umana, si dice e si insegna, non è che un susseguirsi, a volte, di
fecondo (ma più sovente sterile) progresso di convivenze collettive, talvolta
mal sopportate che, se orientate verso nuove strutture e “corretti” equilibri
sociali, si evolvono sino a costituire un “vero” Stato democratico, affinché la
sopraffazione e l’alienazione vengano spodestate dall’affermazione
incontaminata dei principi fondamentali di libertà e giustizia: vero e
insostituibile patrimonio dell’umanità, tutta. Ma la vita, vista nel suo
contesto sociale più esteso, crea inevitabilmente esigenze che tendono a
“soffocare” la voce del singolo (vox clamas in deserto) che rimbalza
quando sente imperioso il bisogno di reclamare questi o quei diritti (mai
disgiunti dai doveri) che, in molti casi, possono sviluppare e potenziare
l’umana personalità dell’individuo (comma 2, art. 3 della Costituzione). Ed è
così che, le conseguenti regole di convivenza diventano, appunto, diritti e
doveri; diritti riconosciuti al singolo come tale e diritti che il
medesimo acquista in funzione della sua appartenenza alla collettività: mater
artium necessitas (la necessità è madre delle arti). Nel nostro Paese
la Costituzione, che pare improntata alle più moderne regole del vivere
sociale, dedica 42 articoli ai diritti e ai doveri dei cittadini (che tutti
probabilmente conoscono). Sono altresì inclusi interessi individuali e
l’interesse generale. Nel primo caso si fa riferimento alle particolari
esigenze dei cittadini (molto poco tutelati dalla legge…); nel secondo caso,
invece, quello di soddisfare l’esigenza collettiva, trovando riscontro nella
norma giuridica una protezione preminente e inderogabile.

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