SOLIDARIETA'

IL “DILEMMA” DELLA SOLIDARIETÁ UMANA

Sono sempre più ricorrenti gli atti di generosità da parte dei cittadini, mentre le Istituzioni
di questo o quel Governo, a volte vengono meno ai loro doveri costituzionali. Spesso
è più importante il rispetto della dignità umana che il sostegno economico.

di Ernesto Bodini


L’evoluzione socio-culturale della mentalità (soprattutto italiana) continua imperterrita a produrre azioni di solidarietà, come la fondazione di associazioni e relativa raccolta fondi a sostegno di questa o quella iniziativa, spesso per compensare la carenza di apparecchi o strumentazioni di carattere sanitario e/o ospedaliero. E non c’è patologia o dramma sociale che non sia rappresentato da una sigla Associativa o da un mirato Movimento. Ritengo sia un continuo stillicidio il sottoporre il pubblico ad aprire il proprio borsellino, sottoponendolo ad una o più offerte per favorire una o più associazioni, italiane o internazionali. Ma è mai possibile che per “imporre” ai Governi di fare il proprio dovere bisogna ricorrere (ormai quotidianamente) ad iniziative private? Mi risulta che il nostro Paese, ad esempio, non abbia mai investito nemmeno l’1% del PIL per la ricerca scientifica che puntualmente viene sopperito con maratone a suon di assegni emessi in diretta televisiva. A questo riguardo vorrei far notare che in ogni incontro pubblico (talk show televisivi compresi) non viene mai citato l’art. 3 della nostra Costituzione, che testualmente recita: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8,19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Tale non menzione non me l’ha mai giustificata nessuno… Anche se si potrebbe citare il concetto di crisi politica, economica e sociale in realtà, a mio avviso, è un “espediente” troppo comodo perché di questo passo, ossia finché il “buon cuore” del comune cittadino (o del riccone di turno) elargirà il suo obolo, le Istituzioni continueranno nel loro lassismo che ormai sta diventando sempre più perpetuo.
Dunque, come “sovvertire” tale sistema? E come intendere la solidarietà umana? Concretamente non vedo via d’uscita, e anche se determinate fasi di crisi dovessero terminare o ridursi va da sé che, laddove si esprime la spontanea generosità, la stessa non avrebbe e non ha ragione di essere… ostacolata, ma al contrario, sollecitata…  Tuttavia, la mia opinione non vuole essere in totale controtendenza, tanto meno essere intesa come una sorta di anticonformismo tout-court, ma più realisticamente, razionalmente ed eticamente un modo per responsabilizzare le Istituzioni nel compiere i loro doveri verso i popoli che rappresentano, e nel contempo invitando tutte le persone di “buon cuore” a rivedere il reale concetto di umana solidarietà che, per logica, onestà intellettuale e quindi responsabilità civile, non deve sostituirsi con azioni di mera generosità (per quanto lodevole) a quelli che sono i compiti e gli impegni di ciascun governo (non povero) che, il più delle volte, ritengo non essere trasparente nei confronti dei propri cittadini. Se è vero che il ricco e il povero sono sempre esistiti e sempre esisteranno, è altrettanto vero che la solidarietà umana la si può esprimere anche (se non soprattutto) con azioni che non necessariamente coinvolgano il denaro, ma più semplicemente con azioni di difesa e tutela del debole nel rispetto dei suoi diritti umani, civili, esistenziali e della sua dignità. E non si creda di "mettere a posto" la propria coscienza intervenendo con il "semplice" atto di sostegno economico per questa o quella esigenza, perché la solidarietà verso un dramma umano, mi consta, talvolta è esprimibile responsabilizzando chi di dovere... Per contro, invece, ben venga l'aiuto materiale (in ogni senso) da parte di tutti in casi di calamità naturali e non, in quanto azioni non di eroismo ma di senso civico e responsabile.


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