LA SAGGEZZA DI UN POETA

In ricordo del poeta turco

LA SAGGEZZA E L'AMORE UNIVERSALE DI NAZIM HIKMET

di Ernesto Bodini




L'universo delle espressioni filosofiche, sociologiche e culturali in senso lato è sempre più sconfinato. Spesso il genere umano colto, istruito, edotto o meno, si perde in questa "immensità" e non riesce a volte a cogliere la bontà di quel sostegno che ci viene dato da chi con una coinvolgente narrazione di vita, o più semplicemente con l'espressione di versi poetici, intende esprimere lo "sfogo" dei propri sentimenti ma nel contempo contribuire ad illuminarci sui molteplici valori esistenziali che, come sappiamo, determinano (o condizionano) i nostri rapporti umani. Un'ode, per quanto breve, semplice e magari anche ermetica, non è detto che sia solo una "semplice" espressione di sentimenti sopiti e da rinverdire, ma lascia trasparire sia pur sottilmente un messaggio di speranza e spesso di conforto per l'Uomo, figura certamente non retorica che va sempre posta al di sopra di ogni contesto esistenziale, subito dopo l'Entità Suprema. Ebbene, in merito a queste considerazioni ritengo "doveroso" rievocare la toccante (a dir poco) ultima lettera al figlio di Nazim Hikmet, nella foto (poeta, drammaturgo e scrittore turco, naturalizzato polacco: Salonicco 20 novembre 1901- Mosca 3 giugno 1963); una lettera in versi dal titolo "Prima di tutto l'Uomo". É un testo che ho citato in chiusura della mia relazione ad un convegno di Criminologia e Psichiatria, che si è tenuto a Mantova nel marzo 2010, e che sue queste pagine desidero riproporre ai lettori non solo dopo oltre cinquant'anni dalla sua morte, ma anche con l'auspicio di una reciproca riflessione sull'importanza di essere "Uomo", con la sua dignità che ha ragione d'essere e di pari passo con il concetto di libertà... senza confini!

PRIMA DI TUTTO L'UOMO

Non vivere su questa terra/come un estraneo/o come un turista nella natura. Vivi in questo mondo/come nella casa di tuo padre: credi al grano/alla terra/al mare/ma prima di tutto credi all'uomo. Ama le nuvole/le macchine/i libri/ma prima di tutto ama l'uomo. Senti la tristezza del ramo che secca/dell'astro che si spegne/dell'animale ferito che rantola/ma prima di tutto/senti la tristezza e il dolore dell'uomo. Ti diano gioia tutti i beni della terra: l'ombra e la luce ti diano gioia/le quattro stagioni ti diano gioia/ma soprattutto, a piene mani/ti dia gioia l'uomo!


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