INTERVISTA ALLA DOTTORESSA
ELENA GUALTIERI
Psicologa ed esperta in psicoterapia individuale e
della coppia, ma anche in sessuologia clinica e terapia sessuologica. Svolge
attività di ricerca nell’ambito del dolore cronico e oncologico, e sostegno ai famigliari,
oltre a seguire percorsi di elaborazione del lutto. Di carattere empatico e
comunicativo è anche dedita ad attività sociali: è infatti co-fondatrice e
presidente di “Amore & Psiche” onlus, una associazione con finalità di
promozione del benessere psicologico attraverso attività di carattere
informativo e divulgativo; in particolare per tutte quelle donne che, per una
qualunque ragione, si ritrovano a chiedersi se si sentono abbastanza amate e/o
amano troppo, e a quelle che sentono di vivere o di aver vissuto relazioni
“difficili”. Una realtà concreta che fa di questa “professionista dell’animo umano” un punto di riferimento per la
“ripresa” della serenità perduta.
di Ernesto Bodini
Dr.ssa Gualtieri, quando e
come nasce il suo percorso professionale di psicologa e psicoterapeuta?
“È nato all’epoca degli studi magistrali, con la
passione per la Filosofia che mi ha portata ad interrogarmi su quanto tale
orientamento poteva diventare una professione. Amavo studiare filosofia con
dedizione ma con meno senso del dovere… E mentore del mio orientamento
professionale fu in qualche modo il mio docente che mi suggerì di intraprendere
Psicologia, se non altro per avere più opportunità professionali e, da quel
momento, come si suol dire, il dado è stato tratto”
Quali sono i suoi ambiti di
competenza specialistica?
“Esercito la psicoterapia sugli adulti e anche
sugli adolescenti per il trattamento dei loro problemi psicologici: disturbi
depressivi, di ansia, attacchi di panico, dipendenze affettive, e disturbi
relazionali, ma anche di natura sessuale in quanto mi sono specializzata in
sessuologia clinica. Inoltre, mi occupo di terapia con EMDR
(Desensibilizzazione e riprocessamento tramite movimenti oculari), una tecnica
che serve a stimolare i movimenti oculari per aiutare il cervello a rielaborare
in senso maggiormente adattivo dei traumi”
Quali sono gli autori che più
hanno orientato il suo indirizzo professionale?
“Ai tempi dell’università mi sono appassionata a
C.G. Jung (1875-1961), lo psicanalista svizzero che leggevo con maggior
interesse e da qui il mio orientamento cognitivistico, assumendo nel tempo una
matrice più biologica-evoluzionistica relativamente al comportamento
umano. Ma il mio riferimento è anche
allo psicanalista britannico John Bowlby (1907-1990), fondatore della teoria
dell’attaccamento-relazione tra la mamma e il bambino; uno stile di relazione
sicura, quella per cui il bambino nel momento in cui la mamma si allontana,
riesce ad esplorare serenamente l’ambiente che lo circonda…”
Quali le patologie più
ricorrenti da lei trattate, e quale il “target” dei suoi pazienti?
“Il target è assai vario, a cominciare dai giovani
(13-15 anni, 28-30 anni), pazienti che vedono lo psicologo come una figura
“comune” per essere aiutati a superare momenti di disagio o difficoltà che non
riescono ad affrontare da soli o in famiglia. A volte sono le stesse famiglie a
suggerire ai loro congiunti di rivolgersi allo psicologo. I miei pazienti sono
in gran parte donne, meno gli uomini in quanto poco inclini nel dare centralità
alla propria parte affettiva ed emotiva, probabilmente per ragioni di carattere
culturale”
La sessuologia clinica e la
terapia sessuologica per quali disturbi sono indicate?
“I disturbi principali sono evidentemente di
carattere sessuale: nella fattispecie disturbi del desiderio,
dell’eccitazione (maschile e femminile) dell’orgasmo, difficoltà sessuale nella
coppia, e disturbi sessuali anche di origine traumatica”
Come viene affrontato il
dolore da parte del terapeuta?
“Il mio approccio consiste nel dare “voce” al paziente, nel pieno
rispetto di quanto egli comunica, e i primi colloqui sono basilari in quanto si
tratta di capire le sue domande e fin dove si può arrivare per dare delle
risposte… La psiche umana va trattata con molto rispetto anche perché gli
esseri umani hanno spesso notevoli sofferenze psichiche, emotive, etc.
Prima di impostare una psicoterapia che tipo di
valutazione bisogna fare una volta stabilita una
diagnosi?
“La valutazione può essere fatta attraverso il
colloquio per una anamnesi generale, cercando di capire anche le relazioni tra
il paziente, i suoi famigliari, il tipo di narrativa e le sue relazioni
sociali, oltre ad utilizzare una serie di test per verificare, ad esempio, un
disturbo della personalità…”
Lei si occupa anche del
cosiddetto “Tocco Armonico”, la terapia integrata che consiste nel massaggio
lento. Quale ipotetico o reale abbinamento alla sua professione di
psicoterapeuta?
“Mi sono interessata al “Tocco Armonico all’epoca
in cui lavoravo nell’ambito della Terapia del Dolore e delle Cure Palliative, e
questo mi ha portato a meglio comprendere il limite della parola in certe
situazioni… Una “sfida”, questa, per avvicinarmi alla realtà dell’oncologia e,
il Tocco Armonico, peraltro molto indicato in ambito ospedaliero, è di sostegno
soprattutto in pazienti ansiosi e depressi”
Qual è la sua visione di una
società che sta perdendo il senso dei reali valori del “buon vivere” e
soprattutto incapace di relazionarsi?
“E una domanda “impegnativa” in quanto la risposta
ci porta a non essere tanto ottimisti; tuttavia, ritengo che per risalire la
china bisogna ripartire dalle cose semplici dando, ad esempio, centralità alla
affettività nel vivere quotidiano e, come psicoterapeuta sovente riscontro
nelle persone il bisogno di gesti umani, di vicinanza, di calore, di emozioni
vere, non forti ed effimere come questa società ci vuole propinare…”
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