DOVERI QUOTIDIANI... O QUASI

RIFLESSIONI... E MEDITAZIONI

di Ernesto Bodini


Ogni volta che si intende riflettere e meditare bisognerebbe interrogare il passato, leggere la terra, il cielo, gli astri, gli abissi dell'universo e gli abissi altrettanto profondi dell'anima, anche se tutto ciò ci farà piangere di nostalgia e di compassione davanti ad ogni cosa bella ed appagante, per poi restare freddi ed immobili davanti ad ogni ricordo che ha turbato la nostra esistenza. E' dovere di noi tutti, io credo, dedicare un po' di tempo alla meditazione per contemplare tutto quello che fa parte del Creato, cercando la pace attraverso quella luce che si chiama serenità interiore, rafforzata da un po' di fede per continuare ad esistere per il bene nostro e del prossimo. Il senso della nostra pochezza e delle nostre debolezze deve essere stimolo per i nostri impegni quotidiani (possibilmente dedicati ad attività altruistiche e culturali), non disgiunti anche da una buona lettura accompagnata da un tenero sorriso... alla vita. E poiché la vita è una preziosa opportunità (seppur breve...), essa va colta, difesa, conservata e... meritata.



Dopo questa introduzione non viene meno il dovere di "riprendere" il concetto della dignità, oggi tanto bistrattato se non eluso da ogni ceto sociale. Ma cos'é la dignità? Sarebbe presunzione affermare una definizione universale proprio perché (a mio avviso) non esiste; tuttavia si può ipotizzare che tale concetto che coinvolge l'essere umano sin dai suoi primordi consista nella virtù che valorizza la persona. Si può essere ricchi, belli, famosi, intelligenti e magari detenere lo scettro del potere (ma nei confronti di chi?) e non avere per nulla dignità. Una persona dignitosa, come si conviene, si comporta mostrando coerenza, equilibrio ed autocontrollo; non si mette in mostra (esibizionismo spesso sfrontato sino all'inverosimile), non cerca di far colpo sugli altri, non cerca la lode e tanto meno è propenso ad "accumulare" complimenti per ogni suo buon agire od esporre: gli onori o l'approvazione degli uomini non lo qualificano maggiormente..., anzi, talvolta sono anche deleteri. Od ancor meno accetta la pietà umana, in particolare rifugge tutti gli eccessi (nelle amicizie, nell'alimentarsi, nel vestire, etc.). Inoltre, sa distinguere il perdono dalla tolleranza: sa perdonare chi ha commesso un torto inaccettabile... Quando si perdona qualcuno non è necessario tollerare ciò che ha fatto: lo si può perdonare anche rifiutando di tollerare le sue azioni. In sostanza, la persona "degna" è quella adatta, capace, che soddisfa tutti (o quasi) i requisiti e che quindi merita una certa posizione, intesa non certo di "comando" ma di stima e considerazione. Il grave errore delle religioni (qualunque esse siano) è che ci si possano acquistare meriti davanti a Dio, e che quindi si possa diventare degni della salvezza eterna. Si possono soddisfare forse i requisiti umani, ma quelli di Dio? Uno solo li ha soddisfatti, e lo ha fatto per noi: Gesù. Ma sovente l'uomo, specie se ha potere, non è degno; ed ancor meno, se tale potere lo esercita nei confronti di un suo simile semplicemente perché lo ritiene a lui inferiore. Mera filosofia? Forse, ma in ogni caso non è mai tardi per spendere un po' del proprio tempo per riflettere, meditare e fare i conti con la propria coscienza: unico "tribunale" al quale non si può mentire, e nemmeno invocare chicchessia in propria difesa! 

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