L'UOMO DI CULTURA E I SUOI VALORI...

Evoluzione e bisogni di crescita culturale di fronte alla decadenza 
di un linguaggio sempre più povero e deprimente. Un più corretto modus vivendi per la rinascita dei valori umani esistenziali


di Ernesto Bodini

La cultura si dice, è creatrice di immensi valori. Essa umanizza l'uomo in quanto contribuisce a renderlo consapevole della sua vita, lo rende libero, lo fa determinatore della sua esistenza, dandogli la disponibilità di sé stesso. La cultura, comunque espressa, mira a dipanare ogni dubbio e ad individuare la realtà di un problema; induce a pensare, come sosteneva Blaise Pascal 1623-1662): "Lavora per pensare bene". Ed è così che si spiega il fascino spirituale, visto come un alone intenso di calore e di luce che si sprigiona dalle grandi personalità della cultura. Sulle basi di questi di tanto in tanto nascono gruppi spontanei (ed informali) culturali, in parte orientati nelle più disparate discipline scientifiche ed umanistiche con l'intento di diffondere, attraverso conferenze ed incontri, non solo l'entità delle tematiche ma anche il "controllo" delle più variegate passioni, la pacatezza del giudizio in ogni questione. La serena verifica dei fatti e delle idee unitamente al dominio costante della vita, di sé stessi e del mondo, determinano nell'uomo di cultura un'espressione umana: un modo d'essere che attrae e al tempo stesso riposa; concetti che, del resto, trovano riscontro in quanto sosteneva un autore (Eckermann), parlando di Goethe, osservando che la stessa vicinanza con lui era educativa. Come educativo è l'esempio dato dalla vicinanza dell'uomo di cultura, per un senso di ottimismo e di serenità che sa infondere sul piano della vita delle passioni, degli istinti, dei desideri. L'uomo colto non manca mai di inserirsi nei filoni eterni della vita, che quasi sempre superano ogni suo interesse immediato o dei gruppi sociali di cui anch'egli fa parte, come la bellezza, la gioia, la giustizia, etc. E' così che conquista e rafforza la sua personalità, partecipando agli immensi valori che vanno dalla poesia all'arte, dalla filosofia alla scienza e alla giustizia; e il grado di personalità è tanto elevato quanto maggiore è lo sforzo che compie per realizzarli nella vita. L'uomo di cultura, quindi, non può e non deve essere solo poiché per partecipare a quei valori, l'uomo colto deve entrare in comunità. Così la cultura, in quanto formatrice della personalità e determinatrice degli ideali si pone, in ultima analisi, come il fondamento della vita sociale. Lavorare ed impegnarsi per il miglioramento della propria cultura, significa contribuire al miglioramento della società. Un preciso dovere nostro, di uomini e cittadini, senza per questo privarci della nostra libertà.

Linguaggio in decadenza...

Ma purtroppo stiamo assistendo ad un linguaggio in decadenza e aridità della cultura (a parte il palese "analfabetismo di ritorno") e l'esternare un esplicito, consapevole e deciso "no" all'accettazione dei nuovi metodi di espressione, sia verbale che scritta, è una manifestazione palese di contesto al "moderno" neologismo in uso soprattutto fra le ultime generazioni. Ciò evidenzia una metamorfosi con segni inconfutabili di decadenza a tutti i livelli: dall'ambiente socio-culturale all'ambiente politico-economico. Ma la caratteristica formale della cosiddetta evoluzione del linguaggio è di per sé una forma atta a mascherare, in alcuni casi, il degrado e il deprezzamento delle lettere e dei costumi in un determinato periodo, sia esso attuale o remoto. Le ragioni per le quali è utile disquisire su questo evento sono molteplici: esse spaziano dall'edonismo (dottrina orale che identifica la virtù col piacere) alla più granitica convinzione che il ben agire (modus operandi) come il bel discorrere (modus verbalis), costituiscono il presupposto di una corretta condizione mentale, tanto per l'aspetto educativo che per quello della formazione del carattere. Del resto, la deformazione teoretica (in questo caso il riferimento è alla teoria) rispecchia l'aridità (talvolta presente) in cui si dibatte la cultura in generale, con evidenti tentativi di uscire da quel tunnel che potremmo definire "potenza innovativa". La stessa è però valida se basata su nuovi argomenti e, se in particolari circostanze, risulta coinvolgere l'aspetto più importante del nostro modo d'essere. Tuttavia, anche se il sistema di vita è divenuto più frenetico e talvolta insostenibile, gli aspetti culturali non devono subirne il sopravvento e, se ogni azione tende a giustificare un moto di ribellione, per chiunque è possibile porre un argine per conservare intatte le cose belle che restano, non fosse altro che per il rispetto del nostro corretto modo di intendere, di esprimere e di vivere...


 

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