Riflessioni… a caldo
IL
DILAGARE DI UNA “FENOMENOLOGIA SOCIALE” SENZA FINE
di Ernesto Bodini
Non è certo solo il caldo torrido a preoccupare, e neppure le malattie che intaccano l’organismo umano, ma anche problemi di ben altra natura stanno mettendo “in ginocchio” la collettività: dalla ormai annosa situazione politico-economico-finanziaria della Grecia alla questione degli sbarchi di stranieri soprattutto sulle coste italiane, per non parlare (stando nel nostro Paese) dei molti reati che sono motivo di incremento della popolazione carceraria: corruzioni a tutti i livelli, evasioni fiscali di “alto bordo”, pirateria stradale, furti, rapine, e delitti d’ogni sorta contro il patrimonio e soprattutto contro la persona. Eppure, esperti di varie discipline si prodigano nell’analizzare tutti questi “fenomeni” che ogni giorno la società partorisce… senza interruzione; oltre alle prediche-invocazioni del Pontefice che, con le sue numerose presenze pastorali e di cristiana benedizione, tenta di sensibilizzare la mente umana dal cuore arido per riportare all’ovile le pecorelle smarrite… che stanno diventando ormai troppe. Approfondire un’analisi su questa realtà è cosa davvero ardua e comunque per addetti ai lavori mentre io, che faccio informazione, e magari anche opinione mi limito ad evidenziare il problema con l’intento di esprimere un’opinione manifestando sensibilità, preoccupazione e quant’altro…
Tutto questo può servire? No
di certo, ma va sottolineato che i molteplici quasi quotidiani incontri tra
esperti politici, sociologi, statistici, psicologi, economisti, ricercatori,
filosofi, prelati e chi più ne ha più ne metta, non addivengono ad una benché
minima ipotesi di soluzione anche se in realtà molto si dovrebbe interagire con
la prevenzione. Proprio perché l’umanità sin dal suo esordio popola la madre
Terra, non è mai stata immune da eventi e comportamenti lesivi a se stessa, ma
è palese che ciascun essere umano (mentalmente sano) sin dalla sua venuta è
stato (ed é) sempre libero di decidere come spendere la propria vita, ma non
quella altrui; e se ogni epoca ha fatto storia quest’ultima ha insegnato ben
poco ad una moltitudine di persone nelle varie epoche, e questo,
indipendentemente dall’era scientifica, informatica e della comunicazione.
Questo mio breve non ha alcunchè di presunzione, ma semplicemente vuole essere
uno stimolo a far meglio tutti dando il buon esempio con il pensiero e con le
azioni, non dimenticando che – come diceva il noto satirico statunitense Robert
Sheckley (1928-2005): «ognuno ha bisogno
di fare qualcosa di cui vergognarsi».
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