FILOSOFIA
DELLA CIVILTÁ
Riflessioni
di Albert Schweitzer per porre fine, o limitare,
una decadenza culturale e di comportamento tra
i popoli
di Ernesto Bodini

Egli intravede e suggerisce una via di
ricostruzione che si basa proprio sul concetto etico di “rispetto per la vita”,
lasciando trasparire un convinto ottimismo per il progresso dell’umanità, e al
tempo stesso fa un richiamo: «Il nostro
pensiero filosofico ha smarrito la sua dimensione elementare e anche l’etica
sembra brancolare nel buio. La vera filosofia deve muovere dalla constatazione
più immediata della coscienza: sono vita che vuole vivere in mezzo a vita che
vuole vivere». Un invito a sentirci tutti partecipi della vita di ogni
essere che ci circonda. Attraversando la storia del pensiero filosofico da
Platone a Kant sino ai suoi contemporanei, ne estrae (con senso critico) le
argomentazioni relative al problema etico, e soprattutto alla relazione tra
etica e civiltà. La sua visione è da considerarsi più che attuale, in quanto
ben prima della globalizzazione approfondisce l’idea dell’interdipendenza di
tutti gli esseri viventi sulla terra, anticipando la diffusione dei temi
ecologici, e non perdendo mai di vista il concetto della solidarietà tra i
popoli, soprattutto tra quelli più bisognosi e… diseredati. A riguardo scrive:
«Solo chi sa trovare un valore in ogni
attività consacrandosi ad essa con piena coscienza del dovere, ha l’intimo
diritto di prefiggersi un’opera fuori del normale invece di quella che gli
tocca naturalmente dalla sorte. Solo chi concepisce il suo proposito come
qualcosa di ovvio, non di straordinario, e non conosce l’atteggiamento eroico,
ma esclusivamente il dovere assunto con pacato entusiasmo, ha la capacità di
essere un avventuriero spirituale. Non ci sono eroi dell’azione, ma soltanto
eroi della rinuncia e della sofferenza… Colui che è stato risparmiato dal
dolore deve sentirsi chiamato a contribuire a lenire il dolore degli altri.
Tutti infatti, dobbiamo portare il fardello di sofferenze che pesa sul mondo:
chi dà la propria vita per gli altri la consrva per l’eternità. Chi si propone
di agire per il bene, non deve aspettarsi che la gente per questo gli tolga gli
ostacoli dal cammino, ma rassegnarsi che, quasi ievitabilmente, gliene metta
qualcun altro in mezzo». Sono questi, a mio avviso, alcuni spunti della sua
saggezza (e di insegnamento) che ha anticipato con la sua opera umanitaria a
cui ha dedicato oltre mezzo secolo di vita, nella sperduta foresta equatoriale
del Gabon. Una dedizione le cui radici risalgono alla sua giovinezza, avendo
riflettuto sin da all0ra sui rapporti tra etica e civiltà e sulla decadenza
della nostra cultura, e che oggi basterebbe poco per ereditare il suo pensiero
ed altrettanto poco per metterlo in pratica per “frenare” quella decadenza che
non è solo culturale…
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