Un’Associazione per ricordare, per far rivivere, per continuare un
percorso…
di Ernesto Bodini
Non esiste un periodo particolare per fondare un
movimento od una associazione, ma esiste sempre, e in qualunque momento,
una motivazione di fondo che giustifica la volontà di dare vita ad un
qualcosa che ricordi qualcuno che non c’è più, soprattutto per dare “continuità
alla sua esistenza”. Una volontà che poggia le basi sugli intensi rapporti
affettivi (e professionali) come quelli della famiglia del dottor Giancarlo
Gariglio, medico odontoiatra torinese di 56 anni, scomparso nell’agosto scorso.
Oggi, a distanza di quattro mesi, la moglie Carmen Bonino (nella foto) medico
di Medicina Generale, coinvolgendo i propri figli Beatrice e Federico (studenti
universitari) e idealmente tutti gli amici del marito (compreso chi scrive), ha
voluto portare avanti il nome del marito fondando l’associazione “La Speranza” – Gli amici di Giancarlo con un incontro pubblico che si è tenuto nei
giorni scorsi nell’ex sala del Consiglio Comunale di Nichelino (To).
L’incontro, coordinato da Angelo Auddino, è stato
caratterizzato dalla presentazione del volume “Occhi di brace e artigli di
ghiaccio” (Ed. Cinquemarzo) di Gianluca Menichetti, un giovane biologo di
32 anni che da sette lotta con quella che lui con ironia ma simpaticamente ama
apostofare “la mia bestiolina” (la Sclerosi Multipla, ndr). Un principiante
scrittore appassionato di montagna (ha gia scalato una vetta di 4.000 metri) e
delle più sorprendenti avventure, a conferma di quella che possiamo definire
determinazione non fine a se stessa, ma ricalcante la voglia matta di vivere e,
per questo, dimostrando coraggio, orgoglio e al tempo stesso sfida contro un
“male” che tale va combattuto come ogni altro… Appunto, proprio come i tumori
che, non più concretamente aggredibili dai farmaci, assai utili si mostrano le
cure palliative come ha spiegato il dottor Alessandro Valle, oncologo e
palliativista, responsabile della Fondazione F.A.R.O. di Torino che si occupa
di seguire pazienti oncologici a domicilio. E proprio con la F.A.R.O.
l’associazione La Speranza ha inteso intraprendere una collaborazione (che
verrà formalizzata nei prossimi mesi), nel ricordo del dott. Gariglio che per
anni si è dedicato al sociale facendo volontariato una mattina alla settimana
in un ospedale torinese.
Per tutte queste ragioni desidero riportare le
parole degli Amici di Giancarlo, scritte sull’invito della serata di
presentazione. “Giancarlo, te ne sei andato senza preavviso. Il terribile
male ha infranto i tuoi progetti, ha lasciato sgomenta la tua famiglia, ha
privato amici e parenti di un riferimento sicuro. La tua umanità, il tuo
impegno sociale e professionale, non possono e non devono essere dimenticati.
Nel tuo ricordo, insieme alla tua famiglia, vogliamo proseguire l’impegno e
dare speranza e sollievo a chi si trova in momenti difficili della propria
esistenza”. Una testimonianza, questa, che non vuole essere certo un “mero”
necrologio, ma al contrario, un tributo alla memoria affinché il suo esempio di
marito, padre, medico e amico possa essere di sostegno per questa iniziativa e
portare conforto ai più sofferenti, poiché la profondità del tempo è più
importante della sua durata.
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