TORINO CELEBRA IL 750° DELLA NASCITA DI DANTE ALIGHIERI

Il sommo letterato, esempio di rinnovamento dell’arte retorica e 
poetica per una convivenza civile con sé stessi e con la società

di Ernesto Bodini

Siamo tutti troppo piccoli per permetterci di ignorare Dante (12651321), e soprattutto in Europa che racchiude l’Italia e il suo sommo poeta. E proprio nel nostro Paese, in particolare a Torino, il locale Comitato de’ La Società Dante Alighieri in collaborazione con il Gruppo di giovani “Per Correr Miglior Acque” del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università subalpina, del Centro Pannunzio e con il patrocinio del Comune di Torino, nei giorni scorsi ha illustrato il programma Giornata Della Dante con la dotta conferenza “Leggere Dante oggi” del prof. Gian Luigi Beccaria (classe 1936; nella foto), noto linguista, glottologo e critico letterario piemontese. È quindi doveroso leggere (o ri-leggere) Dante in quanto ha per significato collaborare al “restauro” di quella letteratura che il Divino ci ha tramandato, così piena di significato tanto sublime quanto catartico: basti pensare al Petrarca che non ha creato soltanto un’unità retorica e “fittizia”, ma un’unità aristocratica dell’Italia e quindi all’espansione notevole della Letteratura. 

«La nostra lingua – ha esordito il prof. Beccaria – ha contribuito nel corso dei secoli a creare un senso di contatto con qualche cosa che ci appartiene, sino ad intravedere l’instaurazione di colloqui e partecipazione ossia la continuità della Lingua un po’ ovunque, dove ognuno ha dato qualcosa in un tessuto che è stato in qualche modo civile. Tutta la nostra tradizione illustre se non la si legge ci si priva di un sapere comune che, sino al ‘900, ha contribuito a raggiungere una convivenza con sé stessi e con la società».

Ma diverse altre sono le ragioni che ci inducono, oggi, ad entrare nel vivo della letteratura Dantesca non solo perché con lui la nostra letteratura rispetto ad altre nasce gigantesca, ma anche per tutto ciò che lega il poeta all’attualità come la necessità di riflettere sull’Europa, le sue radici e tutto quanto costituisce fondamento e il suo collante. Il riferimento, ad esempio, va a William Shakespeare (1564-1616), a Miguel de Cervantes (1547-1616) e allo stesso Dante, scrittori che appartengono più all’Europa che alle singole nazioni. Dante è completamente attuale in quanto europeo e ci sentiamo di amarlo per il suo impegno e la sua passione civile e, soprattutto oggi nel timore che abbiamo di un incerto futuro, vorremmo che gli anni a venire si rinnovassero in pace e con essa poter rileggere la sua Commedia, anche come alternativa radicale al suo e al nostro presente… 

«Dante è antico e allo stesso tempo moderno – ha ricordato il cattedratico –, lo è per i tempi nostri, e lo era per i tempi suoi, in quanto si immerge totalmente nella sua contemporaneità ma riconoscendo supremi valori civili e modelli di giustizia nel Mondo Antico: scrive come se fosse tutto a lui contemporaneo, come se la storia non fosse un’evoluzione o una diversità, ma una serie di rappresentazioni omologhe di una stessa verità».


Un altro motivo di fondo per leggere il Divin Poeta consiste nel fatto che insieme a Francesco Petrarca (Arezzo 1304 – Arquà 1374) ha plasmato il carattere della lingua italiana: il primo ha percorso per intero le tastiere plurilingue, il secondo si è “raggelato” nelle sue sublimi astrattezze. Insomma, Dante ha dato sin dall’origine alla nostra lingua tutte le attenzioni; Petrarca, invece, la bellezza platonica che ha fatto scuola. Come è noto due testi sommi aprono il cammino della nostra poesia: la “Divina Commedia” e il “Canzoniere – Diario intimo di un amore”: da un lato Petrarca, poeta di testi emblematici che sembrano allontanarsi dalle contingenze della realtà, sino a trasformare la rappresentazione fenomenica nel mondo di sostanze astratte; dall’altro Dante è all’opposto. Ma in entrambi la rilevanza culturale è superiore alla funzione di specchio di ciò che realmente sta intorno…, fissando alcune modalità che hanno condizionato gli svolgimenti e le scelte future delle Lettere, toni fondamentali della Poesia. 
«Petrarca – ha sottolineato il relatore piemontese – inventa un suo mondo formale che produce un vero e proprio congelamento della immagine stessa di Laura, creando l’alfabeto principale della nostra lirica; Dante, invece, nel suo Poema si rivela teso in formidabili direzioni espressionistiche, plurilingui, multiforme (che vanno oltre il dialettale) ma comunque aperto verso i dialetti toscani, ed enorme è la sua apertura alla classicità».

Una ulteriore ragione per leggere Dante, oggi più che mai, è la sua “modernità”, ossia il fatto che sia stato un grande sperimentatore (molto più di Petrarca), attento alla sua lingua, ricercatore di esperienze di stile, audace innovatore del materiale espressivo; un Dante a cui non rimase nascosto e intentato nessun segreto dell’arte retorica e della vivente e pulsante poetica degli autori del passato e contemporanei. Insomma, un Dante libero e personale sperimentatore, un demiurgo della materia linguistica. Egli ci appare come un irrequieto, che continuamente si re-interpreta, si ricostruisce; pensa e ripensa di sé, colloca le proprie opere in un percorso unitario ma di tipo ascendente, mettendo ogni volta in risalto il succedersi della maniere che cambiano… E tutto questo è certamente fondamentale per l’interpretazione della Letteratura dantesca.
«Altro motivo di attualità – ha ricordato e concluso il prof. Beccaria – risiede nel perdurare della rilevante presenza dantesca nella Letteratura contemporanea che, rilevandola sin dal secolo scorso, denota (soprattutto sotto l’aspetto poetico) tutto l’espressionismo novecentesco; garanzia di una continuità letteraria di due sommi come il Petrarca e il Boccaccio». 

Ma Dante in primis poiché, a mio avviso, il suo elevato e quasi impareggiabile valore culturale ha determinato e determina lo sviluppo sociale e civile di infinite generazioni. Prova ne è che la “voce” del Dante letterato in questi anni si è estesa in tutto il mondo con la presenza di 418 sedi (96 in Italia), istituito 5.417 corsi con 240.000 iscritti; l’istituzione di 143 Comitati riconosciuti come Centri Certificatori Plida (Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri che attesta la competenza in lingua italiana come lingua straniera), l’apertura di 200 biblioteche e sale lettura all’estero, istituito 120 borse di studio che vengono assegnate ogni anno; e oltre 3.000 sono le conferenze, i dibattiti e gli incontri che vengono organizzati nel mondo ogni anno. 

A Torino sono in programma numerose iniziative culturali a partire dal dicembre prossimo, mentre nel 2015 si terrà un ciclo di conferenze dai seguenti temi: “Buon compleanno, Dante!” (22 gennaio), “Dante e il vero amore” (19 febbraio), “Morire per amore: Inferno V” (19 marzo), “Alle origini dell’anima: Purgatorio XXV” (16 aprile), “Dove Maria rimase giuso: la Povertà nel canto di Francesco: Paradiso XI” (6 maggio), “DantEditing. Dai manoscritti agli e-book” (24 settembre), “L’aldilà secondo Dante: l’immaginario visivo” (15 ottobre). Per ulteriori informazioni scrivere un’email a: torino@ladante.it.
Pubblicato per la prima volta il 17 novembre 2014.

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