La necessità di confrontarsi per conoscere e
farsi conoscere. Anche nella cultura cinese le persone disabili hanno gli
stessi diritti. Governo e Volontariato al loro servizio come segno di civiltà e
progresso.
di
Ernesto Bodini
È giunta nei giorni scorsi a Torino
una delegazione governativa cinese di circa 10 membri del Centro Beijing Disabled Persons Federation Designated
Rehabilitation Services, guidata dal presidente del Centro Yang Qingren,
per conoscere la realtà del nostro Paese relativa al problemi dei disabili.
L’incontro con il signor Yang Qingren e la sua Delegazione è avvenuto in un
noto ristorante cinese, ospiti del dott. Carlo Bagliani (noto chirurgo
torinese, e coordinatore medico per i Progetti MAE-MOST-MOH, Italia, Cina e
Mongolia) che da anni mantiene stretti contatti con la realtà cinese, recandosi
spesso di persona soprattutto a Pechino, per un “interscambio” sulle pratiche
mediche orientali, ma fondamentalmente per acquisirne la filosofia di vita e
per un costruttivo confronto volto ad un miglior benessere delle rispettive
popolazioni.
La Cina si sta impegnando molto per far fronte ai problemi
delle disabilità e attualmente la Delegazione di Yang Quingren, sta compiendo
una sorta di “tour” socio-culturale in alcune città d’Italia per conoscere la
nostra realtà sociale relativa al problema dei disabili. In questa occasione
abbiamo avuto modo di conoscere la realtà del Centro di Riabilitazione del
Distretto di Chaoyang a Pechino, situato nella città di Gaobeidian. Fondato nel
2007 è specializzato nella terapia di riabilitazione, educazione speciale,
formazione professionale, cura e assistenza alla persona con relativi servizi
di supporto. Nel 2008 la Federazione Persone Disabili di Pechino ha
riconosciuto questo Centro privato senza fine di lucro, che copre una superficie
di oltre 10 mila metri quadrati. Dal 2009 l’Istituto Nazionale per l’Educazione
cinese collabora con il Centro Beijing Disabled Persons Federation Designated
Rehabilitation Services per la ricerca in materia di istruzione speciale,
riconoscendo lo stesso come Centro di Ricerca. Tutto il personale contribuisce
al mantenimento della struttura che comprende locali dedicati ai trattamenti
della terapia occupazionale, terapia fisica, logopedia, musicoterapia, terapia
di integrazione sensoriale, ludoterapia, massaggi, idroterapia e fisioterapia;
oltre a ristoranti, dormitori e una sala multifunzione.
Vi lavorano 70 operatori tra insegnanti, professionisti ed
esperti vari (medici, infermieri, psicologi, educatori, etc.) del Ministero del
Dipartimento di Educazione e Riabilitazione che forniscono istruzione
individualizzata comprendente la riabilitazione per le persone con disturbi
dello sviluppo con un approccio sistematico, globale e scientifico.
L’integrazione si basa sull’esperienza internazionale degli operatori in
materia di istruzione precoce, collaborando con la scuola materna preposta
all’istruzione dei bambini con particolari necessità, monitorando nel contempo
il loro sviluppo. Le fasce di età interessate sono da 1 a 7 anni per
l’intervento precoce, da 3 a 6 anni, da 1 a 25 anni, da 8 a 15 anni, e da 16 a
35 anni per quanto riguarda l’educazione della prima infanzia, l’istruzione
elementare per bambini con particolari problemi, lo sviluppo di carriera,
l’orientamento professionale, il sostegno all’istruzione e i servizi di
assistenza. L’intero iter è preceduto da una procedura che prevede la
consultazione e la valutazione, l’accettazione e l’ammissione formale, e la
valutazione intermedia e finale.
Intervista a Yang Qingren, presidente e fondatore del Centro
Signore molto umile e di poche formalità, mi
concede questa breve intervista con il prezioso aiuto di una connazionale ed
ottima interprete. È coadiuvato da una decina di collaboratori, tra i quali una
dottoressa, una madre col figlio affetto da autismo, e da alcuni educatori.
Signor Qingren, qual è la realtà sociale nei
confronti delle persone disabili?
“Anche in Cina, come in tutti i Paesi civili, le persone
disabili hanno dei diritti come tutti gli altri cittadini”
Quanti sono i disabili a Pechino?
“A livello nazionale ci sono diverse modalità di
individuazione e censimento, ma posso dire che a Pechino i disabili sono
180-190 mila, soprattutto con disturbi cognitivi, compresi anche quelli affetti
da autismo che sono circa 40 mila”
I Centri per l’assistenza ai disabili sono
più pubblici o privati?
“Solo in questi ultimi anni nel nostro Paese si è
cominciato a prendere in considerazione questo
“fenomeno”, e solo nella città di Pechino
ci sono circa cento Centri di riabilitazione di iniziativa privata. Ma ve ne
sono anche di conduzione governativa soprattutto nelle grandi metropoli, e solo
dal 2013 altri centri pubblici si stanno diffondendo anche nei paesi più
periferici e, per certi versi, più emarginati” Qual è la filosofia del governo
cinese in tema di volontariato?
“Data la numerosa popolazione in Cina l’incidenza delle
persone “diversamente abili” è molto elevata, e il Governo cerca di promuovere
politiche ed azioni che possano soddisfare i bisogni degli stessi disabili;
azioni che includono la motivazione del volontariato con diversi stimoli come
ad esempio favorendo attività associative (anche in appalto), affinché
l’impresa del volontariato possa essere più capillare…”
Presidente, lei ha fondato un Centro con
servizi di riabilitazione. Quando e perché?
“Sino ad otto anni fa ero un imprenditore, e quando ho
deciso di cambiare attività e di dedicarmi in questo ambito, ossia la
fondazione di un Centro specializzato nella riabilitazione dei disabili, mi sono
accorto di aver fatto una scelta giusta ed utile perché ho ricevuto molti
consensi e gratificazioni. E ciò ha comportato contributi al nostro Centro sia
pubblici che privati”
Nella
foto il dott. Carlo Bagliani
Pubblicato per la prima volta il 24 ottobre 2014.
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