RIFLESSIONI
A CALDO SU UNA DISCUTIBILE REALTÀ POLITICO-SOCIALE
Anche
in un periodo di profondo disagio e di immane sofferenza, il nostro Paese
continua
ad essere governato da troppi protagonisti inconcludenti e privi di umiltà, il
cui reciproco antagonismo si perpetua sino a diventare deleterio
di Ernesto Bodini
Un
Governo che manca di razionalità e di comuni intese nell’affrontare eventi come
calamità naturali non può essere certo una garanzia per la sua nazione. Una
carenza che è fagocitata da troppi politici-gestori e protagonisti inconcludenti
tout court: una pletora di scalda scranni la gran parte dei quali non ha certo
dirette competenze per legiferare in un senso o nell’altro… nonostante abbiano
a disposizione consulenti, consiglieri, segretari, sottosegretari e portaborse.
Va da sé che molti dei deputati a deliberare non mancano mai di entrare in
conflitto fra loro, non solo per ideologie politiche diverse ma anche per la
disomogeneità che si viene a creare al loro interno. Un ulteriore appunto, a
mio avviso, lo si deve fare per la loro mancanza di umiltà addebitando a ciascuno
i propri limiti, mentre sarebbero da considerare più saggi se si avvalessero della
cultura, della saggezza, dell’esperienza e del pragmatismo di altri Paesi: un
intelligente confronto che ha ragione d’essere avendo come obiettivo la
costruttività e la soluzione di uno o più problemi. Ma tant’é: si sa che
l’egocentrismo prevale sempre sul buon senso! Ai politici italiani (per quanto
mi concerne), oltre ad essere affetti da megalomania e presunzione (oltre a
scarsa cultura generale), mancano appunto quelle doti essenziali per il
raggiungimento del bene comune, anche il più banale, perché a loro interessa
anzitutto la propria personale posizione ottenuta non tanto per un credo politico-ideologico,
quanto invece per quella incontenibile innata o ereditata ambizione di potere.
Questa predisposizione fa loro perdere di vista i reali obiettivi da loro
dichiarati in campagna elettorale, venendo così meno al loro dovere di garantire
e tutelare i diritti dei cittadini… compresi quelli che li hanno eletti.
Ma
anche la loro ipocrisia è alquanto deleteria, sfacciatamente manifestata con
una miriade di promesse basate sul piedistallo del nulla e condite con tanto di
emozioni lacrimali (vedasi la ex ministro del Lavoro Elsa Fornero, e ora Teresa
Bellanova attuale ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali) che,
se fossero rivolte al Padre Eterno, incorrerebbero nel gravissimo e
imperdonabile peccato di empietà… (ma Dio perdona tutti purché si pentano
realmente); mentre quelle vere ed amare
hanno rigato per lungo tempo il viso di molti italiani! Da quando ho avuto
l’età della consapevolezza (epoca post collegiale: 16 anni, la sofferenza e le
privazioni fanno maturare più in fretta) ho sempre creduto che la politica e il fato dell’umanità vengono forgiati da uomini privi di ideali
e di grandezza, e che gli uomini che hanno dentro di sé la grandezza non entrano in politica.
Queste mie convinzioni, sempre più radicate nel tempo, non hanno nulla a che
vedere con il concetto di anarchia, ma sono sostenute dalla critica verso chi
ha l’ambizione di voler rappresentare a tutti i costi (anche senza scrupoli) una
fazione politica, qualunque essa sia, senza la finalità del benessere comune e,
a questo riguardo, Platone sentenziava, e sentezierebbe: «L’accesso al potere dev’essere limitato agli uomini che non ne nutrono
la passione». Ora, è pur vero ed assodato che un Paese deve essere
governato da qualcuno (meglio sarebbe da uomini privi di passione per il
potere, appunto!), ma è altrettanto vero che se così deve essere, va
sottolineato che l’abilità
politica non consiste nel comandare ma nell’osservare e concretizzare i bisogni
del popolo. Ma purtroppo, l’uomo di potere e decisore del destino di suoi
sudditi, non rispetta questo mandato nascondendosi dietro il paravento della
Costituzione democratica che, in realtà, è un mezzo per impedire che singoli
governanti cedano alle tentazioni, oltremodo pericolose, che nascono quando
troppo potere si concentra in troppe mani: non sono pochi i politici indagati
per questo o quel reato. Tuttavia, è dovere di ciascuno di noi vivere
rispettando le leggi sinora in vigore, dimostrando con il proprio esempio di
vita quotidiana correttezza e solidarietà con i propri simili, ma al tempo
stesso non piegarsi al despota di turno che sempre si avvale dell’espediente
“burocrazia”, e ciò in ragione del fatto, come sosteneva lo scrittore ungherese
Hans Habe (1911-1977), che: «Il mondo è per l’uno per cento buono, cattivo per l’uno per cento e
indifferente per il 98 per cento. Ecco perché quel che fa ciascun individuo è
importante». E, soprattutto in questo periodo di profonda crisi economica e
socio-esistenziale, ogni governante farebbe bene a ricordare che deve vivere
con la sua coscienza più a lungo che con i suoi elettori… se vuole meritare un
angolo nell’Eden senza vitalizi…!
La seconda foto è tratta dall’ANSA
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