LA DISCUTIBILE
CORSA ALLA NOTORIETÀ E AL DENARO
Sempre più
avvincenti i molti programmi televisivi con giochi
a premi: un
“insulto” alle fasce deboli e meno fortunate
di
Ernesto Bodini
Non ho il “vezzo” della retorica ma credo che valga
sempre la pena porre l’attenzione (e riflettere) sul fatto che molte persone
basano la propria esistenza soprattutto sui valori del materialismo in genere,
e del denaro in particolare. Sappiamo tutti che il denaro serve per vivere, ma
non tutti sanno (ma spesso non vogliono sapere) che molte popolazioni nel mondo
non hanno il necessario non per vivere, ma per sopravvivere… Ecco che il mondo
del consumismo si espande in continuazione e per certi versi si impone sino ad
umiliare (direttamente o indirettamente) i meno fortunati. Queste sono le leggi
del mercato, si direbbe! Ma vogliamo fare un esempio di pratica quotidianità?
Da quando esiste il potente mezzo della televisione (a parte molti altri) la
comunicazione ha certamente contribuito a diffondere le conoscenze e
l’avvicinamento tra i popoli, ma nello stesso tempo, per inevitabili esigenze
commerciali, a proporre programmi di promozione della notorietà, spesso
impostati con “l’escamotage” dei quiz e giochi a premi, mettendo in palio (prevalentemente
a spese degli sponsor) denaro contante, gettoni d’oro o altri beni (ma poco
cambia), attirando così come mosche al miele concorrenti di ogni età e ceto
socio-economico e culturale. E come se non bastasse, anche una corte di
spettatori in studio che, per copione o per tifoseria, inneggiano con applausi
e incitamenti vocali i concorrenti che stanno per diventare i loro beniamini,
magari incitati anche dal conduttore del programma. Ma il clou di queste
rappresentazioni si manifesta quando viene decretata al vincitore un certa
somma, momento in cui il pubblico in studio esulta complimentandosi con il
neonato beniamino e, quest’ultimo, nel ricevere il cosiddetto bagno di folla si
lascia scappare qualche lacrima… dall’emozione: potenza del denaro! Ma i giochi
televisivi a premi non sono l’unica fonte di gratuito materialismo e venalità,
ve sono tanti altri come l’Enalotto, Lotterie e simili con la differenza che in
questi casi quasi sempre il “beniamino” vincitore rimane sconosciuto ai più, e
quindi privo di applausi plateali… ma che non ne ha bisogno proprio per restare
anonimo…!
Inoltre, vorrei aggiungere un altro aspetto che
favorisce sia il mercato del consumo che la notorietà. Si prendano ad esempio
tutte quelle persone (in molti casi emeriti sconosciuti) che vengono ingaggiate
per spot pubblicitari su video e su carta stampata, a volte per creare scene
(per fortuna molto brevi) che non hanno una vera e propria valenza di recita,
ma unicamente, a mio avviso, forme mimico-espressive e gestuali talvolta
particolarmente ammiccanti: classico è l’esempio della presentazione di un
prodotto per dormire illustrato da due speaker e coreograficamente non da un
uomo ma da una bella giovane in succinto pigiama o baby doll… lasciando poco
spazio all’immaginazione. Insomma, questi e tanti altri esempi che producono
materialismo, venalità e lussuria e, quest’ultima, spesso ha un valido
riferimento al consumo e quindi al denaro. A questo punto mi si potrebbe
tacciare di essere incline all’eccessivo pudore, e più cautamente un
anticonformista tout court; ma a questi possibili accusatori (decisamente materialisti)
risponderei loro che sono proprio queste formule di comunicazione sociale e
commerciale le responsabili non solo di un malcostume sempre più perverso, ma
soprattutto degli effetti deleteri in molte menti prive di autocontrollo, etica,
sobrietà, umiltà ed altro ancora. Quindi, a mio parere, viviamo in una società
sempre più alla deriva che include le attuali come anche le future generazioni
senza un reale futuro etico-morale, mentre la saggezza di pochi rischia di
sciogliersi come neve al sole, proprio come se non fosse mai esistita.
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